Lucilla Ferretti stilista, scrittrice, amante dell’arte è nata a Roma nel 1988, in questa intervista si racconta. Ci parla di rinascita e della scoperta di se stessa . Oltre a farsi conoscere nel campo della moda abbraccia anche la scrittura con il suo libro Senza più esitare: Un’ipocondriaca a Parigi.
Ciao presentati ad Art Fabrique
Mi chiamo Lucilla Ferretti e sono una stilista romana di 33 anni.
Come nasce la tua passione per la moda
Negli anni mi sono convinta sempre di più che la moda mi abbia scelto. Non saprei dire perché certe passioni nascono, ma il mio interesse per la creazione di abiti è nato quando avevo solo 6 anni. Ho sempre amato disegnare, ma non sono mai riuscita a disegnare paesaggi o altro perché per me il disegno era sempre collegato ad un abito. Disegnare abiti mi calmava, mi dava la possibilità di esprimermi, di sentirmi libera e forse questa era la più potente attrattiva della moda per me. Lo è tutt’ora. Non provenivo da una famiglia benestante, ne da una famiglia con un gusto estetico particolarmente sviluppato. Sono stata e sono tutt’ora l’unica in famiglia che si occupa di moda. Per questo dico che sono stata scelta.
Raccontaci del tuo lavoro. Come nasce il tuo brand
Il mio brand è nato dopo anni di gavetta, trascorsi a lavorare dietro le quinte dell’organizzazione di sfilate di moda. Anno dopo anno acquisivo conoscenze su questo settore, ne capivo i meccanismi e anno dopo anno vedevo sfilare montagne di vestiti brutti, senza nulla di innovativo da dire. Io, che invece avevo la testa che esplodeva di cose da dire, mi sentivo frustrata e percepivo che forse avrei dovuto realizzare anche io finalmente degli abiti. Era arrivata l’ora di trasformare la carta in realtà per dire la mia. Ero giovane, presupponente e traboccavo di energia, Un’estate mi chiusi in casa con la sola idea di far nascere il mio brand. A settembre avevo disegnato la mia prima collezione di abiti, avevo fatto uno studio delle stoffe che sarebbero diventate il segno distintivo del mio brand, avevo creato il mio logo e avevo un’idea molto precisa di dove volevo arrivare, ma soprattutto di cosa volevo dire.
Cosa vuol dire fare moda oggi
Sono felice che oggi la moda stia prendendo la strada che ho sperato intraprendesse per tanto tempo. Fare moda oggi vuol dire fare attenzione al tema della sostenibilità dei capi, come a quello della filiera di produzione. Fare moda oggi vuol dire parlare ed esprimere posizioni su questioni sociali che non solo influenzano la moda ma la dirigono. Escludendo queste tematiche, bisogna ammettere che resta un settore particolarmente difficile in cui lavorare perché è saturo di offerta quindi ci vuole preparazione, tenacia, lungimiranza, tanta fortuna e una squadra di ferro su cui poter contare. Da soli non si va da nessuna parte. L’ho imparato a mie spese.
Da cosa trai ispirazione per le tue creazioni
Da qualunque cosa mi circondi e che attiri la mia attenzione. A volte possono essere forme geometriche che vedo per strada, mentre altre volte osservo qualcuno camminare e mi si accende una lampadina. Vivo questo come una benedizione e una tortura perché un abito nasce nella mia fantasia di frequente, ma non sempre riesco a trasformare quell’idea in realtà e mi dispiaccio da morire quando accade.
Poi però ci sono state delle persone che mi hanno ispirato e che mi hanno sempre acceso e spinto a disegnare o a migliorare; parlo di McQueen, di Vivienne Westwood, di John Galliano, di Margiela. Loro sono una continua fonte di ispirazione
Qual è il colore che ti rappresenta di più?
E’ molto difficile rispondere a questa domanda perché non ne ho uno solo. Il colore del mio marchio è il Magenta che sicuramente mi rispecchia, ma potrei anche citare il nero. La verità è che l’importanza che hanno i colori nella mia vita dipende dal periodo che vivo di volta in volta. Per esempio si è concluso nel 2019 il mio periodo blu, in cui stranamente tendevo a disegnare tutti abiti che vertevano sui toni del blu.
A che tipo di donna sono indirizzati i tuoi abiti
A quella donna che si innamora quando ne vede uno.
Parlaci della tua ultima collezione e di cosa l’ha ispirata
La mia ultima collezione l’ho dedicata al periodo più felice della mia vita, quello che ho vissuto a Parigi. Ho disegnato la collezione mentre vivevo lì ed è il risultato di tutte le visite che ho fatto e le persone che ho incontrato e che mi sono rimaste impresse. E’ una collezione pregna dei colori e delle influenze provenienti dalla cultura francese. Si chiama 29 come gli anni che avevo quando mi sono trasferita ed è una capsule in cui, per la prima volta, mi sono misurata anche con la realizzazione di un capo maschile.
Progetti futuri
Nei miei piani futuri c’è l’idea di una collezione da realizzare con un collega che stimo molto. Sarebbe la mia prima volta in un progetto a quattro mani, ma sono convinta che ne uscirò arricchita.